Il sentiero degli dei – Tra miti, leggende e storia

Il sentiero degli dei: da Agerola a Positano

Il sentiero degli dei è un percorso naturalistico che si snoda lungo i monti Lattari partendo da Bomerano, frazione di Agerola e giungendo a Positano, più precisamente a Nocelle, sua frazione, offrendo a chi lo percorre nei suoi 8 km di passeggiata, un panorama mozzafiato nonché una vera e propria full immersion nella natura che abbonda in questo percorso tra i borghi amalfitani.

Il sentiero si sviluppa lungo il crinale alto della montagna, passando da quota 650m di Bomerano ai 440m di Nocelle (è possibile percorrerlo in entrambi i sensi) percorrendo il sentiero 327 CAI. Si tratta di uno dei più interessanti e spettacolari itinerari escursionistici di tutta Italia, per le sue bellezze paesaggistiche e per gli scorci panoramici che si possono ammirare dall’alba al tramonto.

Si chiama Sentiero degli Dei perché secondo il mito venne percorso dalle divinità greche per salvare Ulisse dalle sirene sull’isola de Li Galli, che infatti è possibile ammirare lungo la passeggiata ad alta quota assieme ad altre attrazioni spettacolari come la Grotta del Biscotto e Colle Serra, il tutto incorniciato dalla macchia mediterranea e dalla spettacolare vista della Costiera Amalfitana.

Le località attraversate dal sentiero, partendo da Agerola verso Nocelle sono in successione il Pinnacolo, Colle Serra, Li Cannati e Cisternuolo.

La leggenda

Pare che i greci chiamassero il sentiero “degli dei” perché portava a quel tratto di mare (l’arcipelago de Li Galli) dove vivevano le sirene, le stesse che avevano affrontato Ulisse. E anche perché, nel percorrerlo, sembrava quasi di pover raggiungere il Monte Olimpo.

L’arcipelago Li Galli è per questo conosciuto anche come l’arcipelago delle Sirenuse. Proprio qui pare dimorassero Partenope, Leucosia e Ligea, detta la Tenera, le tre sirene dell’Odissea che seducevano ed ammaliavano i naviganti. Con il loro canto melodioso facevano perdere loro il controllo delle navi che, inevitabilmente, si andavano a schiantare sulle rocce degli isolotti! Secondo la mitologia solo due navi riuscirono a scampare il triste destino: quella di Ulisse e quella degli Argonauti.

La nascita delle sirene

Secondo il mito greco, Leucosia, Partenope e Ligea erano le tre sirene che vivevano l’arcipelago delle Sirenuse. In origine esse avevano forma umana, compagne di Persefone, figlia di Demetre, e figlie di Oceano. Il mito narra che le quattro compagne erano insieme quando Ade, dio degli Inferi, rapì Persefone per farla sua sposa degli Inferi contro la sua volontà. Persefone mentre raccoglieva dei fiori nella piana di Nysa insieme alle sue compagne, dal prato fiorito spuntò un narciso di straordinaria bellezza. Persefone, immersa in un sacro stupore, protese le mani per raccogliere il meraviglioso fiore quando dalla base del narciso si aprì una voragine da cui emerse il re dei morti, Ade, che la portò via negli inferi per sposarla, ancora fanciulla, contro la sua volontà.

Mentre tutto ciò accadde le altre ragazze non fecero nulla per impedirlo. Demetra, disperata e arrabbiata per l’accaduto, si scatenò contro le donne trasformandole in sirene come punizione per non aver cercato di impedire il ratto della figlia.

Così Leucosia e le sue sorelle trovarono riparo sugli scogli della costa tirrenica, e ben presto divennero un enorme pericolo per i marinai. Infatti, con la dolcezza del loro canto, le tre sirene ammaliavano i naviganti, i quali perdevano il controllo delle imbarcazioni e naufragavano, finendo poi per essere divorati.

L’incontro di Ulisse con le Sirene nell’Odissea

L’incontro di Ulisse e le sirene è raccontato nel Canto XII dell’Odissea di Omero.

Nell’Odissea si narra che l’eroe greco di ritorno dalla guerra di Troia, dopo aver lasciato la maga Circe percorse questo tratto di mare raggiungendo questo arcipelago, dimora delle sirene. Ulisse conoscendo il pericolo non volle rinunciare ad ascoltare il canto delle sirene. Segui i consigli della Maga Circe e si fece legare all’albero maestro della nave per poter ascoltare il canto seducente delle sirene, senza però restare imbrogliato nelle loro trame insidiose. Nel frattempo il suo equipaggio, con le orecchie tappate dalla cera, portava l’imbarcazione a largo. Gli Dei, prima fra tutti Afrodite, che stavano osservando dall’Olimpo, preoccupati, decisero di scendere sulla Terra per impedire il naufragio della nave. Tuttavia, sbagliarono ad atterrare e arrivarono a pochi chilometri di distanza dall’arcipelago de Li Galli, così, iniziarono a correre. Furono i loro passi a solcare le rocce della costiera creando quello che oggi chiamiamo “il Sentiero degli Dei”.

Le sirene non riuscendo a fermare la nave di Ulisse si sconvolsero dal dolore a tal punto di decidere di gettarsi in mare precipitando da un’alta rupe, e il mare condusse i loro corpi in località diverse della costa tirrenica. Partenope finì alle foci del fiume Sebeto, dove poi i Cumani avrebbero fondato Neapolis (l’odierna Napoli). Ligea, invece, arrivò fino alle coste calabresi, precisamente a Terina (città della Magna Graecia). Il nome di Terina deriva dal soprannome di Ligea detta la tenera, in greco terina. Non ci sono tracce della città Terina, ma gli studiosi la ubicano nelle vicinanze della odierna Sant’Eufemia Venere, vicino Lamezie Terme. Infine, il corpo di Leucosia emerse nelle acque del golfo di Poseidonia (Paestum), dando il nome a un’isoletta presso quella città, Punta Licosa.

La gara di musica tra Orfeo e le sirene negli Argonauti

Le sirene vengono sfidate anche da Orfeo, eroe greco di Tracia, e la sua impresa è narrata nel Argonautiche, il poema epico di Apollonio Rodio. L’equipaggio degli Argonauti arrivati nei pressi di Antemoessa, l’isola delle sirene, gli eroi avvistarono questi esseri “simili a fanciulle nel corpo ed in parte uccelli”. Il canto delle sirene stava spingendo gli eroi a gettare gli ormeggi sulla riva, quando Orfeo prese la cetra Bistonia e risvegliò dalla malía i suoi compagni, intonando una canzone allegra e veloce. Le sirene sconvolte per essere state superate nel canto da Orfeo disperate si gettarono in mare tramutandosi in pietra e diventando scogli tra le acque del mare.

Con Antemoessa nell’antica Grecia si riferiva all’isola misteriosa dove vivevano le sirene, grazie alla ricostruzione geografica, principalmente di Strabone è stata identificata nell’arcipelago de Li Galli.

Storia di questi luoghi

Il sentiero è stato fin dall’antichità l’unica strada percorribile lungo la costiera che metteva in comunicazione tutti i borghi costieri e villaggi. Così è stato fino alla nascita della Strada Statale Costiera, realizzata dai Borboni per collegare l’intera zona. La statale fu iniziata nel 1832 e termino con l’inaugurazione il 26 aprile 1850.

Ne parlavano i grandi protagonisti dei Grand Tour del mondo della letteratura ottocentesca, e proprio la descrizione  del sentiero di D.H. Lawrence, grande narratore inglese a cavallo tra ottocento e novecento, insieme a quella di Italo Calvino, campeggia all’avvio del cammino.

Strabone e l’individuazione dell’isola delle Sirenuse

Strabone, geografo greco del I secolo a.C. (63-19) descrisse per la prima volta le tre isole Li Galli in due brani: il primo nel libro I (2, 12, 13, = C 22-23) e il secondo nel libro V (4,8 = C 247), identificandole come sedi delle sirene e dando loro il nome di Sirenai o Sirenussai.

Non è casuale l’accostamento de Li Galli con le sirene: queste ultime rappresentano nella mitologia greca gli ostacoli e i pericoli alla navigazione ed è proprio in quel tratto di mare che le correnti portavano spesso le imbarcazioni a schiantarsi contro gli scogli, naufragando. Il piccolo arcipelago si trova sul cammino che collega il Circeo a Scilla e Cariddi, ossia allo stretto di Messina. I navigatori incontrano Li Galli dopo aver attraversato il golfo dei Ciclopi e superato le Bocche di Capri, un passaggio importante e difficile per la navigazione antica, soprattutto con tempo ventoso. 

Punti di interesse

Li Galli, l’arcipelago delle sirene

Li Galli, un piccolissimo arcipelago tra Capri e Positano, un paradiso fra natura e leggenda tra più suggestivi della Campania. Secondo la mitologia qui vivevano Partenope, Leucosia e Ligia, le tre sirene dell’Odissea.

L’arcipelago è formato da tre isolotti solitari noti come Gallo Lungo, La Rotonda e La Castelluccia (anche conosciuta come l’ Isola dei Briganti); tre gioielli dell’area marina protetta di Punta Campanella.

Gallo Lungo, è la più grande delle tre isole ed è l’unica ad essere stata abitata fin dall’età classica dai coloni greci. In origine l’isola era occupata da un monastero, poi usato come prigione durante il regno di Carlo II di Napoli (fine XIII secolo). Nel primo XIV secolo per monitorare gli attacchi dei pirati, venne costruita la torre aragonese, oggi ancora presente.

Li Galli è conosciuto anche come l’arcipelago delle Sirenuse, dimora di Partenope, Leucosia e Ligia, le tre sirene dell’Odissea che seducevano ed ammaliavano i naviganti, come descritto sopra nella leggenda dell’Odissea.

Il nome del arcipelago deriva dal fatto che nell’antica Grecia le sirene erano metà donna e metà uccello; da qui l’accostamento tra le sirene “pennute” con il gallo/galline.

Nel 1924 Li Galli vennero acquistate dal coreografo Leonide Massine che qui vi fece costruire una splendida villa. Nella ristrutturazione del 1937 vide la mano dell’architetto Le Corbusier. Degni di nota l’ imperdibile belvedere con al centro una fontana mosaicata che guarda sui faraglioni di Capri e dalla parte opposta le varie terrazze arientati su Positano e sulla costiera Amalfitana.

Dopo la sua morte, avvenuta nel 1979, il testimone passò nelle mani di Rudolf Nureyev, un altro nome caro al mondo della danza. Tra i vari nomi celebri che hanno soggiornato in questo paradiso si annoverano: Anna Magnani, Franco Zeffirelli , Ingrid Bergman e ancora Sofia Loren, Jacqueline Kennedy e Aristotele Onassis, solo per citarne alcuni. Tutti affascinanti da questo luogo sospeso tra natura e mitologia dichiarato dai Beni Culturali, dal 1987, area di importante interesse archeologico.

Poco dopo la sua morte Rudolf Nureyev, avvenuta nel 1993, l’arcipelago è stato acquistato dalla Li Galli di Giovanni Russo & C snc. Francesco Savarese, socio della citata società, nel 2004 ha ceduto le quote della società proprietaria degli isolotti Li Galli a Giovanni Russo che, attualmente, è l’unico proprietario.

Trattandosi di una proprietà privata, è possibile visitare Li Galli solo su invito, ma ciò non vi deve scoraggiare. Nonostante siano minuscole meritano un tour in barca per lo splendore del paesaggio e per l’acqua limpida del golfo.

Grotta del Biscotto, Colle Serra con i villaggi rupestri e il Pistillo

Partendo da Bomerano (l’inizio del Sentiero) il primo luogo che incontriamo una cavità posta a 528 mslm chiamata Grotta del Biscotto, qui sono presenti diversi dirupi e precipizi che in alcuni punti possono raggiungere anche i 200 metri d’altezza, qui il panorama è mozzafiato proprio per via della particolarità del tratto roccioso.

Subito dopo la “Grotta del Biscotto” è possibile ammirare degli antichi insediamenti che vengono definiti dei veri e propri “Villaggi Rupestri“, questi villaggi hanno la peculiarità di essere stati realizzati direttamente nella roccia della presente lungo il Sentiero, anche alcuni di questi villaggi rupestri sono i picco sulla roccia, sembra quasi che siano sospesi lì lì per cadere nel vuoto, secondo le guide questi insediamente risalgono al periodo delle incursioni saracene.

Infine un altro punto del sentiero molto conosciuto è il cosiddetto “Pistillo” un sperone di roccia alla cui base si innalza un irta guglia calcarea rinominata appunto “pistillo”, un punto dove i visitatori possono immortalare nelle foto e nei loro video.

La piazzetta di Nocelle

Nocelle è una delle frazione di Positano e punto di arrivo o partenza del Sentiero degli Dei. L’etimologia del nome deriva dal latino nova cella e non da nocciola come si tenderebbe facilmente ad associare. Il borgo si trova sulla parte più alta del Comune di Positano ed era raggiungibile esclusivamente percorrendo un sentiero da Montepertuso oppure tramite una lunga scala che la collega con il quartiere di Arienzo. Negli ultimi anni è divenuto punto di sosta per escursionisti che attraversano il famoso Sentiero degli Dei. Il panorama da Nocelle è particolarmente suggestivo e si può persino scorgere l’isola di Capri con i Faraglioni e l’intera linea costiera fino a Punta Campanella.

E’ una sosta obbligatoria per riposarsi un po’ e gustare una ottima granita a limone o arancio nel piccolo chiosco presente nella piazzetta antistante la chiesa di Santa Croce.

Flora e Fauna

Il sentiero degli Dei permette di incontrare delle particolarità della costiera amalfitane e penisola Sorrentina. Si scopre un mondo con una flora ed una fauna che ci narrano la ricchezza della terra di questo angolo splendido della Campania. Siamo immersi tra ulivi, lecci, rosmarino, erica, mirto e corbezzolo, ma ci colpisce la mini antropizzazione che dà luogo a vigne a terrazza, della tipologia che in irpinia sarebbero chiamate a Tennecchia ( in dialetto antico significa tenda, pergolato), che fruttano vini che una volta erano soprattutto il pere ‘e palummo…oggi inglobati nel vino di Furore della Costa D’Amalfi Doc. La cultura del vino si vede anche nelle poche casette diroccate utilizzate anticamente ( ma qualcuna ancora oggi) come ricovero per i vignaioli ed i loro attrezzi, in una di esse, infatti, troviamo tini nuovi nuovi. I terrazzamenti sono l’elemento in cui proliferano anche pomodorini a piennolo, pieni di iodio, e i limoneti, infatti, proprio alla fine del percorso verso Nocelle ne incontriamo alcuni.

Ma il sentiero degli dei è anche il luogo di elezione per gli allevamenti della Capra Napoletana, una tipologia nera (detta Torca Nera dai pastori) particolarmente pregiata che fornisce un’ ottima caciotta locale da gustare ad Agerola e Positano, oltre al buon Provolone del Monaco Dop e al Fior di latte agerolese, il territorio è molto ricco e vario dal punto di vista caseario. Non è raro, durante il trekking, imbattersi nel gregge e doverlo attraversare. La capra Napoletana del sentiero degli dei è ancora in via d’estinzione e comprarne i prodotti significa anche incrementare allevamenti e contribuire alla riduzione del  rischio.

Come raggiungere il sentiero degli dei: consigli utili

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Il cammino degli dei può essere percorso scegliendo essenzialmente due direzioni, dall’alto verso il basso, in discesa, e dal basso verso l’alto, in salita, gli amanti del trekking non esiteranno a prediligere questa seconda opzione, ma generalmente per una questione di comodità e sicurezza si consiglia di optare per la prima soluzione che ha come punto di partenza Agerola, più precisamente Bomerano.

Raggiungere questa frazione per dare inizio alla passeggiata è molto semplice, infatti Agerola è ben collegata alle città di Napoli, Amalfi e Castellamare di Stabia attraverso gli autobus Sita, se invece si intende intraprendere il cammino da Praiano bisognerà percorrere una scalinata di 580 metri per giungere al passo di Colle Serra. In ultimo, al termine del percorso di 8 km, dopo circa 4 ore di cammino per proseguire verso Positano si può scegliere di usufruire di un autobus o di scendere per ben 1700 gradini fino ad Arienzo.

Si consiglia di intraprendere questo spettacolare percorso preferibilmente in un periodo dell’anno non troppo caldo munendosi di un cappellino per ripararsi dal sole, di scarpe molto comode e di una bottiglia d’acqua fresca che sarà possibile riempire lungo il cammino presso diverse fonti di acqua potabile, il sentiero è invece fortemente sconsigliato a chi soffre di vertigini, in quanto si snoda lungo le altezze.

Fonte:

“Il sentiero dei miti e delle leggende” di Luca Casaburi

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