L’Umbria ci regala sempre grandi emozioni. Questa volta tocca a Perugia che ci emoziona con la sua storia e monumenti di ogni epoca. Perugia è un piccolo gioiello che si dischiude pian piano davanti agli occhi dei visitatori. La cittadina umbra custodisce tesori artistici e monumentali che ne testimoniano il ricco passato e rendono giustizia al primato culturale del nostro Paese. Anche se conserva l’aspetto e il ritmo di vita di un piccolo borgo medievale fortificato, Perugia ha una vita cittadina molto intensa, legata soprattutto alla presenze di una delle più antiche Università degli Studi della Penisola (fondata nel 1308), oltre che della maggiore Università per stranieri d’Italia.
Vi proponiamo due originali passeggiate: con la prima conoscerete le sue fontane più celebri, che fino all’Ottocento fornirono alla popolazione acqua gratuita; con la seconda entrerete nel mondo risorgimentale, tra piazze e strade dedicate agli eroi locali che lottarono per l’indipendenza.
Seguendo le strade e fontane di Perugia
Dedicate almeno due ore per la prima passeggiata che ha inizio da Piazza IV novembre, il centro cittadino, dove risplende la “madre” di tutte le fontane: la Fontana Maggiore, fra le più belle del Duecento per l’eleganza delle linee e il pregio delle decorazioni, che nacque dall’arte dei fratelli Pisano, Nicola e Giovanni, su progetto di Fra’ Bevignate, noto per le sue capacità ingegneristiche. In cinque minuti circa, passando per piazza Danti, arrivate in via Rocchi alla Fonte dell’Arco Etrusco, di forme classicheggianti: fu costruita nel 1621 a ridosso del torrione sinistro della porta etrusca, in piazza Braccio Fortebraccio, su incarico del Conte Girolamo Tezii. La fonte raccoglieva l’acqua di una vena sotterranea, come testimoniano le vie nei pressi, tra cui via Pozzo Campana.
Attraversate ora via Baldeschi e siete subito alla Fontana in via Maestà delle Volte, costruita nel 1928 su disegno di Pietro Angelini; il suo nome si riferisce a un dipinto mariano del 1297 realizzato da un artista anonimo e chiamato appunto “la Maestà”. Osservate il grifo scolpito nella formella centrale della vasca: rappresenta il simbolo della città e lo trovate su altre fonti ed edifici pubblici.
In un’altra manciata di minuti, dopo aver percorso via Fratti, via della Stella e via dei Priori, siete al cospetto di una delle più antiche fonti di Perugia: la Fontana del Piscinello, realizzata nello stesso periodo in cui veniva sistemata nel 1258 la chiesa di San Francesco al Prato, con un’iscrizione tipica di gran parte delle fonti medievali: “immondezze qui non si gettino, né si lavi alcun drappo. Veglia la legge”.
In dieci minuti veloci, la strada è in discesa, arrivate alla Fonte dei Tintori, in via San Galigano, il cui restauro si sta per concludere. L’antico manufatto fu eretto nel 1388 da autore ignoto a spese del Collegio dei Tintori, le cui botteghe erano situate nel rione della Conca, il cui nome deriva probabilmente da concia, ricco di acque, anche termali, sin dai tempi della Perugia romana. Potete ammirare tra le sue arcate tornate a nuovo splendore un altro Grifo, scolpito su pietra serena.
Vi aspetta ora una camminata di circa venti minuti per raggiungere Fonte di Veggio, un’opera realizzata su disegno di Matteo Salvucci (1615-1642) che prende il nome dell’allora proprietario del terreno; impiegate lo stesso tempo o poco più per arrivare ai giardini di San Ercolano in piazza Matteotti, dove potete ammirare la Fontana del Nettuno, del XVII secolo, smontata da piazza del Sopramuro nel 1854 e ricomposta oltre trent’anni dopo dove oggi la potete ammirare. Presenta al centro di una vasca ottagonale una colonna a sostegno di una conca da cui esce il dio Nettuno.
Raggiungete via Marzia e siete di nuovo nei pressi del centro. Qui, addossata al muraglione della Rocca Paolina, trovate la Fonte Lomellina, in travertino, costruita quando fu abbellita via Lomellina (attuale via Marzia) per volontà del legato pontificio Lorenzo Lomellini, fra il 1678 e il 1685.
La vostra ultima meta è la vicina piazza Italia dove si ergono due fontane con al centro altrettante statue bronzee, la Sirena e La bimba al sole, dell’artista toscano Arturo Checchi.
Alla scoperta degli eroi risorgimentali
Per la seconda passeggiata, più breve, partite da Piazza Italia che nacque nell’entusiasmo post-unitario. Come potete vedere, al centro spicca il monumento a Vittorio Emanuele II (Giulio Tadolini, 1890), rivolto in direzione di piazza della Repubblica a simboleggiare lo sguardo dei perugini verso il progresso.
In pochi minuti arrivate a Porta San Pietro dove comincia Borgo XX Giugno, che prende il nome della battaglia che vi si svolse il 20 giugno 1859 tra le truppe papaline e le armate che combattevano per l’Unità d’Italia. Qui, ogni pietra racconta la storia di quel giorno quando l’esercito di Pio IX con circa duemila uomini, in gran parte svizzeri, si scontrò con un migliaio di cittadini poco armati, ma con una grande voglia di difendere la città e la libertà. La loro resistenza fu piegata in breve e pagata con la morte di 27 perugini e con un saccheggio seguito dal massacro di civili. Testimone e vittima di quella violenza fu la famiglia statunitense dei Perkins: per la sua presenza, le stragi di Perugia ebbero eco in tutto il mondo. Cinque giorni dopo, il New York Time scrisse: “Le truppe infuriate parevano aver ripudiato ogni legge e irrompevano a volontà in tutte le case, commettendo omicidi scioccanti e altre barbarità sugli ospiti indifesi, uomini, donne e bambini”.
Anche Giosuè Carducci ricordò l’evento nel sonetto “Per le stragi di Perugia”, esprimendo una forte critica verso l’armata papale, e Oltreoceano, il poeta e giornalista americano John Greenleaf Whittier sugellò quel bagno di sangue nella lirica “From Perugia”.
A quei caduti, sempre presenti nella memoria dei perugini, è stato dedicato un monumento realizzato dallo scultore Giuseppe Fringuelli, che potete ammirare all’ingresso dei Giardini del Frontone, nello storico rione. Guardate anche la facciata interna di Porta San Pietro, verso Corso Cavour, dov’è apposta una lapide a ricordo delle vittime e dei feriti, tra militari e civili, che parteciparono a quegli scontri.
Il personaggio più celebre del Risorgimento, Giuseppe Garibaldi, lo potete ammirare dopo un’altra sgambata di una decina di minuti in Largo Cacciatori delle Alpi, accanto a piazza Partigiani, dove si erge la statua in bronzo che lo raffigura, realizzata dallo scultore fiorentino Cesare Zocchi e inaugurata nel 1887: vestito con la mantella militare, l’eroe dei due mondi tiene nella mano destra il berretto all’ungherese e nella sinistra l’elsa della sciabola inguainata.
Ancora un luogo a lui dedicato si trova in piazza della Repubblica dove potete ammirare una lapide che lo ricorda: è stata collocata vicino alla loggia (oggi parte di Palazzo Baldeschi al Corso) da cui si affacciò per incitare i perugini a combattere per l’indipendenza della città.
Non resta altro che mettersi in viaggio! Buon cammino!