turismo.RicercAttiva e TrekkingCava alla Comola Grande di Castel Morrone

All’avventura nelle misteriose “Comole” di Castel Morrone: Esplorazione tra crinali e crateri carsici

Le “Comole” di Castel Morrone, nascoste tra le pieghe dei Monti Tifatini, si ergono come guardiani silenziosi di un mondo sotterraneo misterioso e affascinante. Queste meraviglie naturali, composte da due crateri distinti, offrono un’esperienza avventurosa che coniuga la bellezza della natura con il fascino dell’esplorazione.

Il Monte Fioralito e la Strada Verso l’Avventura

Le Comole si trovano sul fianco della collina chiamata Monte Fioralito, situata al centro della catena montuosa dei Monti Tifatini. Un punto di partenza ideale per l’avventura è la “Masseria di Monte Coppa” (quota m.323), dove è possibile lasciare l’auto e iniziare un viaggio attraverso sentieri appena abbozzati.

La Pericolosa Comola Piccola: Un Tesoro Nascosto tra la Vegetazione

Il primo cratere che si incontra è la “Comola Piccola”, un tesoro nascosto a quota 264 m. Il percorso richiede attenzione, poiché questo cratere è camuffato da una fitta vegetazione arbustiva. Con un’apertura di circa 30 metri di diametro e una profondità di circa 100 metri, la Comola Piccola si presenta come una damigiana, con un fondo cavernoso che si estende su una superficie di oltre 1250 mq.

Scavalcare il Monte (quota m.394) e dirigere leggermente verso ovest è il primo passo per scoprire questo gioiello carsico. La sensazione di avventura si intensifica, poiché ogni passo richiede prudenza, evitando di trovarsi improvvisamente sul ciglio del cratere, esposti al rischio di una caduta imminente.

La Spettacolare Comola Grande: Una Doline da Record

Proseguendo nell’avventura, ci si imbatte nella “Comola Grande”, meno pericolosa ma sicuramente più spettacolare della sua controparte più piccola. Con un diametro di circa 250 metri e una circonferenza di quasi 800 metri, questa dolina da crollo sembra letteralmente spaccare il fianco della collina.

Misurata dal ciglio superiore, la profondità della Comola Grande varia dai oltre 280 metri ai circa 150 del ciglio inferiore. Esplorata dal Gruppo Speleologico del Matese, questa dolina è stata definita dal Prof. Pietro Parezan, fondatore e primo presidente del Centro Speleologico Meridionale, come “La dolina da crollo più vasta d’Italia.” L’avventura qui diventa un’immersione in un paesaggio unico, dove la terra sembra aprirsi per svelare i suoi segreti più profondi.

La Vita Nascosta nelle Profondità: Cornacchie, Volpi e Altri Abitanti

Le pareti della Comola Grande, un tempo dominate dalle cornacchie, erano il regno esclusivo di questi uccelli che nidificavano a migliaia, causando danni alle coltivazioni circostanti. Le volpi, abili cacciatori, trovavano rifugio nelle tane del fondo e si cibavano prevalentemente di cornacchie.

Oggi, le cose sono cambiate, e le pareti della Comola Grande ospitano una varietà di volatili a seconda delle stagioni. Osservare falchi, beccacce, piccioni selvatici e, naturalmente, gracchi offre un’esperienza unica di connessione con la natura selvaggia.

L’Esplorazione del Profondo: Nel Cuore della Terra

Per gli spiriti più audaci, l’avventura può continuare ancora più in profondità. Una volta posizionati nella parte inferiore della Comola Grande, ci si trova di fronte a una parete imponente di oltre 130 metri di altezza. Un sentiero appena percettibile conduce verso il fondo, regalando un’esperienza quasi mistica di scendere nelle viscere della terra.

Il fondo della Comola Grande è aspro, con una vegetazione ridotta a muschio e licheni. Una pozza d’acqua, impossibile da raggiungere senza gli accorgimenti giusti, aggiunge un tocco di mistero al paesaggio sotterraneo. Le pareti, un tempo dominio delle cornacchie, oggi accolgono una varietà di abitanti alati, rendendo l’esplorazione un viaggio sempre sorprendente e in continua evoluzione.

La Protezione dell’Ambiente e l’Invito all’Avventura Responsabile

Nel 1996, l’intera zona delle Comole di Castel Morrone è stata posta sotto protezione con vincolo del Ministero dell’Ambiente, riconoscendo l’importanza di preservare questo ecosistema unico. L’avventura qui diventa un invito a esplorare responsabilmente, rispettando la flora e la fauna che popolano questi affascinanti crateri carsici.

E’ anche censito dal FAI come nel progetto “I luoghi del cuore”.

Le loro origini e… cosa è una dolina

Il periodo della loro creazione non può essere determinato con esattezza. Certo è che della loro esistenza si trovano già testimonianze in documenti risalenti al XVI secolo.

In geomorfologia una dolina è una conca chiusa, tipica dei pianori costituiti da rocce calcaree, formatasi in seguito alla dissoluzione del carbonato di calcio costituente le rocce; è una morfologia tipica di aree in cui si manifesta il carsismo superficiale. Da un punto di vista idrologico è il punto di chiusura di un bacino idrografico, il cui centro si riempirebbe d’acqua originando un laghetto se le sue pareti ed il suo fondo fossero impermeabili; invece, di solito, l’acqua viene scaricata attraverso vie sotterranee, questo in quanto sul fondo delle doline è quasi sempre presente un inghiottitoio (imbuto naturale) attraverso il quale l’acqua meteorica penetra nelle cavità sotterranee.

Dolina è una parola della lingua slovena usata nella regione carsica per indicare una valle. Dato che lo studio del carsismo superficiale si è sviluppato proprio dalle osservazioni effettuate in questa regione, il termine dolina è diventato di uso universale per indicare una valle carsica.

Tale teoria suppone un crollo minimo o anche solamente un “camino”, cioè una fessura verticale che poi in tempi lunghissimi veniva corrosa, erosa, allargata sempre più fino a diventare una valle. L’allargamento veniva favorito da corsi d’acqua sotterranei che, mentre portavano via i ciottoli che l’acqua piovana faceva staccare dall’interno del camino, contemporaneamente corrodevano e sbriciolavano il soffitto dei propri alvei, cioè la base della roccia che circondava il camino stesso. Il crollo, ad un certo punto, avveniva come conseguenza dell’erosione sotterranea.

Le due teorie hanno ognuna i suoi pro e contro, e non esiste un’assoluta certezza sull’origine delle valli di crollo. Si potrebbe addirittura accettarle ambedue e postulare due possibili origini di queste valli.

In conclusione

In conclusione, le “Comole” di Castel Morrone rappresentano un tesoro nascosto nel cuore della natura, offrendo un’avventura unica e affascinante. Scoprire questi crateri carsici significa immergersi in un mondo di emozioni, paesaggi mozzafiato e incontri con la fauna selvatica. Un viaggio avventuroso che invita a rispettare e preservare il fragile equilibrio di questo ecosistema, affinché possa continuare a incantare le generazioni future con la sua bellezza incontaminata.

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