Convento di San Francesco dei Cospiti

Da Agerola al Convento di San Francesco dei Cospiti

Sono tanti i tesori nascosti nella costiera amalfitana, uno di questi immersi nel verde dei monti e si affaccia sul mare è presente ad Agerola, in località San Lorenzo.

Isolato su una rupe del versante meridionale del monte Murillo, a 630 metri di altezza, resiste da secoli il convento di San Francesco dei Cospiti. Il convento possiede una elevata importanza storica, paesaggistica e ambientale. I ruderi, immersi nel verde, occupano il piano sommitale di una rocca e dominano il Vallone Nocito, che separa gli abitanti di Conca dei Marini e Vettica di Amaldi, e i terrazzamenti che scendono giù fin quasi sul mare. Affacciati da una tale terrazza naturale la vista spazia dalla costiera amalfitana fino alla Piana del sele, sel alture del Cilento e Punta Licosa.

Fu costruito su una cengia subpianeggiante tra le pareti a picco che scendono dal M. Murillo alla gola del Nocito; in uno scenario decisamente favorevole al misticismo. Anche la grotticella che è situata nella parete a monte dei ruderi (in parte risagomata dall’uomo) dovette essere un luogo di contemplazione ascetica. Oggi anche l’escursionista più laico rimane quantomeno incantato davanti al panorama che da qui si gode su Amalfi (che appare vicinissima, in basso), Ravello, i Monti del Demanio, Capo d’Orso e l’azzurro del Golfo di Salerno.

Come raggiungerlo

E’ possibile raggiungere questi antichi ruderi dalla piazza di San Lazzaro, scendendo in direzione del belvedere e seguire per la rampa dell’Antica Via Maestra dei Villaggi. Di qui seguire le scalinate fino a raggiungere un bivio all’altezza di Tovere, qui seguire la montagna sulla sinistra salendo lungo la parete rocciosa fino all’altopiano di Cospita.

Il nostro percorso – Percorso ad anello da Agerola a San Lazzaro

Raggiungiamo il Convento dei Cospiti percorrendo un percorso ad Anello partendo da Agerola, Il punto di partenza è la galleria della statale ad Agerola, proprio all’uscita dove dono presenti le targhe di commemorazione dell’innaugurazione della prima galleria nel 1880 e dell’azione eroica di sminazione della galleria degli agerolesi durante sbarco americano nel 1943.

Da qui inizia si imbocca il sentiero 367CAI noto anche come Scalinata Longobarda. Si segue tutta la bretella fino a raggiungere il sentiero principale dell’Alta Via dei Monti Lattari, sentiero 300 CAI, e poi si prosegue fino a raggiunger il bivio all’Imbarrata a 1039m. Al bivio bisogna proseguire verso sud in direzione Croce di Scupolo, state molto attenti a non sbagliare sentiero.

Si segue il sentiero per località Pontichino fino a Sella di Monte Murillo, al bivio inizia il sentiero 369CAI. Da qui il percorso diventa un pò più difficoltoso e sdrucciolevole quindi bisogna procedere con prudenza. Passo dopo passi si comincia a vedere a distanza i ruderi del convento dei Cospiti su una roccia a strapiombo sul Vallone Nocito. Lo spettacolo è straordinario e non può screscere sempre più la voglia di raggiungere il convento.

Si passa attraverso l’arco della porta di ingresso e si giunge in uno spiazzo che una volta era parte della chiesa, ormai solo mura e ruderi, Sarà molta la voglia di esplorare i resti e raggiungere le mura che danno sulla veduta a strapiombo sulla costiera, ma bisogna procedere con estrema cautela per il terreno accidentale. Questo è il posto perfetto per un riposo e pausa di ristoro.

Proseguiamo verso il 369CAI ed incontriamo subito i ruderi di un altra Cappelletta proprio sotto il costone di roccia. Da qui proseguiamo verso destra per risalire la parete rocciosa per tratto su rocce, proseguite con cautela questo tratto di difficoltà EEA un pò esposto e scivoloso. Continuiamo fino a raggiugere la scalinata di Santa Lucia e conduce alla chiesetta di Santa Lucia finalmente in località San Lorenzo, frazione di Agerola.

Proseguiamo verso il centro di San Lazzaro, ma lungo la strada facciamo una piccola deviazione per raggiugere il castello Lauritano ed una delle terrazze più panoramiche della costiera amalfitana. Ormai giunti a San Lazzaro di prosegue lungo la strada asfaltata verso Agerola e le auto per chiudere l’anello.

Il castello Lauritano nel tempo dei tempi era una torre di avvistamento per consentire alla popolazione di mettersi in salvo quando arrivavano “li turchi”, oggi è un luogo del cuore buono, anzi ottimo, per tutti gli usi turistici e di intrattenimento. Prende il nome dalla nobile famiglia Lauritano, di origine di Positano, che aveva i suoi poderi nella località di San Lorenzo.

Ringraziamo Trekking Cava per averci accompagnato alla scoperta di questi posti fantastici.

Un pò di storia del convento

La costruzione del convento risale all’XI secolo, nella stessa zona dove precedentemente esisteva una piccola chiesa dedicata al Santissimo Salvatore: il primo documento scritto che attesta la presenza della struttura è datato al 1º maggio 1092. Il convento, gestito dai frati dell’Ordine Mendicante dei Francescani, fu edificato in una zona panoramica, ad un’altezza di 632 metri, sulla cuspide di uno sperone di roccia: proprio dalla sua posizione deriva il nome Cospiti. Nel 1266 il convento passò sotto il patronato della famiglia Candido e pochi anni più tardi a quella dei Molegnano, i quali, nel 1380, compirono importanti lavori di restauro: in questo periodo, il 2 agosto, il tempio era meta di numerosi pellegrinaggi per festeggiare la ricorrenza della porziuncola. Vicino al convento è anche vicino una monte Molegnano che ha preso il nome dalla famiglia omonima.

Nel 1694 ospitava tre sacerdoti, un chierichetto e tre laici; da una descrizione fatta nel 1693 risulta che l’intero complesso fosse formato da una chiesa, un dormitorio, un refettorio, un chiostro e piccole altre strutture che servivano alla vita monastica, come una grotta, in parte murata, che veniva destinata all’eremitaggio: tale grotta, denominata grotta di Sisto, in quanto, il futuro papa Sisto IV, prima di salire al pontificato, per sfuggire ad una persecuzione, si rifugiò nell’antro, dove visse per due anni.

In lacune relazioni del 1720 si attesta che il convento fosse ancora in uso, ma pochi anni più tardi cominciò un lento abbandono, come testimoniato da uno scritto dell’arcivescovo Antonio Puoti del 22 aprile 1762, che affermava che al convento vissero solo tre frati; il colpo di grazia fu inferto dall’occupazione francese del regno di Napoli, quando fu ordinata la chiusura di tutti i conventi, tra cui anche quello di Cospiti: tuttavia risulta che nel 1803 quasi tutti i monaci avessero già abbandonato il convento. Inutili furono le richieste al re da parte del sindaco di Agerola, Tommaso Acampora, di far riaprire la struttura negli anni successivi ed a seguito di una profanazione, avvenuta il 14 dicembre 1811, il primo cittadino decise di trasferire tutte le opere d’arte e gli arredi del convento sia nella propria casa che nella chiesa della Santissima Annunziata: alcuni oggetti inoltre entrarono a far parte di diversi musei napoletani; spogliato di ogni bene, tutti gli ingressi furono murati. Nel 1820 fu adibito a caserma, mentre nel 1821 la zona fu prescelta come luogo di sepoltura per i morti durante le epidemie: fu quindi definitivamente abbandonato, riducendosi ad un rudere; oggi è possibile vedere ancora resti delle mura del convento e della chiesa, in particolar modo della zona absidale.

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