L’Ammiraglio Barbarossa e il miracolo di San Matteo di Salerno e Sant’Andrea di Amalfi

La leggenda del pirata Barbarossa è una delle più famose nella Costiera Amalfitana e festeggiato il miracolo dei santi patroni ad Amalfi e Salerno.

L’ammiraglio Barbarossa e la flotta saracena

Partiamo subito col dire che Barbarossa, vero nome Khayr al-Dīn Barbarossa, detto in ambiente italico Ariadeno Barbarossa, non era un pirata. Nacque a Mitilene, nel 1478 e morì a Costantinopoli nel 1546. Per le sue attività corsare nel Mediterraneo venne nominato dall’imperatore turco Solimano prima ammiraglio ottomano, Bey di Algeri e di Tlemcen, e poi nel 1533 Qapudan Pascià, cioè Comandante Supremo della Flotta Militare Turca.

La guerra contro gli stati italici

Da questo momento iniziano le celebri battaglie contro il condottiero Andrea Doria allora capitano della flotta imperiale di Carlo V di Spagna.
Numerose sono le sue incursioni sulle coste italiane: Procida, Capri, Gaeta, Terracina, Sperlonga, le coste toscane, calabresi, siciliane e pugliesi.
Diventano episodi storici che rimaranno impresse nella memoria collettiva di queste popolazioni per molti secoli ancora e fino ai giorni nostri. Si pensi alle canzoni napoletane più antiche (Michelemma’) o alla Chiesa Santa Maria di Costantinopoli di Agropoli costruita dopo il rinvenimento in mare di una statua della Madonna che i turchi avevano cercato di portar via.
Il Barbarossa spediva continuamente a Costantinopoli tutti i bottini di guerra, tra questi oltre alle enormi quantità di oro e di schiavi.
La grande guerra terminò con la sua morte a causa di un attacco di “febbre gialla” nel 1546. Barbarossa fu uno dei più grandi condottieri dell’epoca.

L’assedio nel Golfo di Salerno ed il miracolo dei due Santi

A Salerno, l’ammiraglio Ariadeno Barbarossa, comandante supremo della flotta militare turca, appare nel Golfo con le sue navi il 27 giugno del 1544. E c’è da scommettere che qualcuno gridò “mamma li turchi!”, esclamazione che a partire dal ‘400, con la costante minaccia turca, entrò a far parte della cultura popolare italiana.
Le navi turche si disposero innanzi a Salerno e Amalfi, per metterle a ferro e fuoco, spogliarle dei loro tesori e trarne il maggior numero di prigionieri. Quel giorno il cielo era sereno, il mare calmo, non un alito di vento disturbava la quiete, ma il pericolo che incombeva sulla città all’avvicinarsi alla riva delle scialuppe cariche di turchi era minaccioso. Molti Salernitani corsero alle armi nella speranza di opporre resistenza agli invasori, altri conoscendo la fama della crudeltà di Barbarossa fuggirono disperdendosi nelle campagne vicine, altri ancora si riversarono nella Cattedrale per supplicare l’intervento di San Matteo. Gli Amalfitani fece altrettanto chiedendo aiuto al loro protettore Sant’Andrea.
I feroci turchi erano quasi sbarcati, quando improvvisamente una tempesta di vento e acqua si abbatté sul Golfo. Le navi non ressero più all’ancora, quindi molte di esse scontrandosi affondarono, altre furono sbattute sulla riva, altre si dispersero nel Tirreno. I venti impediranno fortunatamente a Barbarossa di aggredire nuovamente Salerno, pur trovandosi alla volta di Capo Palinuro. Per i Salernitani fu un Miracolo del proprio patrono, l’Apostolo ed Evangelista San Matteo, per gli Amalfitani del proprio patrono, l’Apostolo Sant’Andrea. Secondo il mito, i 2 Santi apparirono nel cielo del Golfo di Salerno suscitando la tempesta che pose fine all’Assedio turco, fu in questa occasione che San Matteo pronunciò la celebre frase “Salerno è mia: io la difendo”, ma i vecchi salernitani raccontano ancora oggi, che per volontà di San Matteo, i 2 leoni di pietra ai lati del Portale d’ingresso all’Atrio del Duomo, presero vita per scacciare gli invasori.
A seguito del presunto Miracolo di San Matteo, è risaputo che a Salerno si decise di inserire la figura dell’Evangelista nello Stemma della città; anche se c’è chi ha affermato recentemente che nel Campanile di San Matteo, tra le varie campane, quella risalente a prima del 1544 reca impresso lo Stemma della città già inclusivo dell’immagine del Santo patrono (un mistero da chiarire).

La festa del miracolo

Il 27 giugno si festeggia ad Amalfi la festa del Patrono Sant’Andrea Apostolo per ricordare il miracolo di Barbarossa. A Salerno invece l’evento è ricordato con la Festa di Barbarossa con la famosa dell’alzata del panno di San Matteo. La festa continuò a svolgersi ancora qualche anno dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale per poi perdersene traccia.

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