Vuoi scoprire uno dei luoghi più suggestivi dell’Irpinia? Il Santuario del Santissimo Salvatore di Montella, in provincia di Avellino, è una meta che unisce spiritualità, natura e tradizione. Situato a quasi 1.000 metri di altitudine, regala panorami spettacolari e custodisce leggende secolari, come quella del famoso miracolo dell’acqua.
In questo articolo troverai una guida completa per visitarlo: storia, cosa vedere, come arrivare e consigli pratici.
Dove si trova il Santuario del Santissimo Salvatore
Il santuario sorge sul Monte Santissimo Salvatore, a 954 metri sul livello del mare, poco distante dal borgo di Montella, in Irpinia. La sua posizione panoramica domina la valle dell’Alto Calore e fa parte del Parco Regionale dei Monti Picentini, area protetta ricca di sentieri, boschi e sorgenti.
Storia e leggenda del Santuario di Montella
Le origini del santuario risalgono almeno al Cinquecento, quando già esisteva una cappella. Ma la vera svolta avvenne nel 1779, durante una siccità devastante.
La popolazione salì in processione fino alla cappella per pregare. Proprio lì avvenne il miracolo dell’acqua: una cisterna ormai vuota si riempì misteriosamente e poco dopo tornò la pioggia. Da allora la comunità decise di ampliare il luogo sacro, trasformandolo nell’attuale santuario (completato nel 1783).
Architettura e cosa vedere al Santuario del Santissimo Salvatore
La facciata
La facciata a capanna, con tre arcate sorrette da pilastri, accoglie i visitatori in modo semplice ma solenne. Al centro spicca il portale bronzeo realizzato dallo scultore Tarcisio Musto, con formelle che narrano episodi fondamentali della devozione locale.
L’interno
All’interno del santuario si trovano:
- un altare in marmi policromi del XVIII secolo, con bassorilievo del Cristo Salvatore;
- vetrate artistiche che raffigurano parabole ed episodi evangelici, come il Buon Samaritano e l’incontro con la Samaritana al pozzo;
- decorazioni che, pur nella semplicità, creano un’atmosfera di raccoglimento e pace.
La campana storica
La campana, fusa ad Agnone nel 1848, ha una leggenda suggestiva: durante il trasporto verso il santuario, i buoi che la trainavano si inginocchiarono davanti alla scalinata. Da qui nasce la tradizione dei fedeli che salgono i gradini in ginocchio come atto di devozione.
La festa del 6 agosto: Trasfigurazione del Signore
Il giorno più importante per visitare il santuario è il 6 agosto, festa della Trasfigurazione del Signore.
In questa data si svolgono:
- processioni di fedeli che salgono a piedi o a cavallo;
- celebrazioni religiose che ricordano il miracolo dell’acqua;
- feste popolari con musica, stand gastronomici e momenti di socialità.
Partecipare è il modo migliore per vivere il santuario come lo vive la comunità montellese da secoli.
Il Monumento all’Emigrante
Accanto al santuario si trova il Monumento all’Emigrante – Il Cammino della Speranza, realizzato dall’artista Antonio Manzi e inaugurato nel 2012.
È un’opera in bronzo alta quasi cinque metri che raffigura figure umane che si arrampicano verso la cima, simbolo della fatica e della speranza degli emigranti montellesi partiti per gli Stati Uniti e per il mondo.
Come arrivare al Santuario del Santissimo Salvatore di Montella
In auto
Da Avellino si percorre la SS7 e poi la SP164 fino a Montella. Da qui, una strada panoramica conduce quasi fino al santuario.
A piedi
Chi ama il trekking può percorrere il sentiero che parte dal centro di Montella: circa 1 ora e mezza di cammino tra boschi e scorci panoramici. È un’esperienza intensa, che unisce natura e spiritualità.
Consigli pratici per la visita
- Periodo migliore: primavera e autunno, quando la natura è al massimo splendore e le temperature sono miti.
- Tempo da dedicare: almeno mezza giornata, soprattutto se si sceglie di salire a piedi.
- Attrezzatura: scarpe comode (da trekking se fai il sentiero), acqua e cappello in estate.
- Fotografia: il panorama dall’alto è perfetto per gli amanti degli scatti naturalistici.
- Rispetto: anche se sei un visitatore laico, ricordati che è un luogo di culto.
Montella e dintorni: cosa vedere oltre al Santuario
Dopo la visita al santuario, vale la pena fermarsi a Montella, borgo accogliente famoso per:
- la castagna di Montella IGP, tra le più rinomate d’Italia;
- i piatti tipici irpini, come fusilli al ragù, minestre di legumi e formaggi locali;
- i vini del territorio, come Aglianico e Fiano di Avellino.
Nei dintorni si possono visitare anche:
- l’Abbazia del Goleto, importante complesso religioso medievale;
- i sentieri del Parco Regionale dei Monti Picentini;
- la Sorgente della Sanità, luogo naturalistico ideale per escursioni.
Perché visitare il Santuario del Santissimo Salvatore
Il santuario non è solo un edificio religioso: è un simbolo di fede, comunità e identità culturale.
Visitandolo troverai:
- pace e raccoglimento, lontano dal caos;
- storia e leggende, che raccontano la vita di una comunità;
- panorami mozzafiato, tra i più belli dell’Irpinia.
Che tu sia credente o meno, il Santuario del Santissimo Salvatore di Montella ti regalerà emozioni autentiche.
Conclusione
Visitare il Santuario del Santissimo Salvatore di Montella significa scoprire un luogo che custodisce l’anima dell’Irpinia. Tra fede e natura, storia e tradizione, questo santuario è la meta ideale per chi cerca esperienze autentiche e panorami indimenticabili.
La prossima volta che programmi un viaggio in Campania, non limitarti alle mete più note: concediti una deviazione nell’entroterra. Troverai un santuario che sa parlare al cuore di tutti, credenti e viaggiatori curiosi.gura figure umane che si arrampicano verso la cima. Simboleggia la fatica e la speranza di chi ha lasciato Montella per cercare fortuna altrove, soprattutto negli Stati Uniti. Un tributo commovente al legame indissolubile tra il paese e la sua diaspora.