Grava di Vesalo - Inghiottitoio

Laurino (Salerno), uno scrigno nascosto nel Parco Nazionale del Cilento: La Grava di Vesalo

Famoso in tutta Europa per il suo alto valore speleologico e per il contesto paesaggistico circostante, lo spettacolare inghiottitoio della Grava di Vesalo è formato dalle acque del torrente Milenzio dove vi sono due pozzi: il primo di 43 e l’altro di ben 100 metri di profondità. Sul fondo è un lago sotterraneo che si sviluppa in una serie di anfratti, cascate e pozzi. Visitabili solo dagli speleologi più esperti, questi luoghi sono l’habitat di forme di vita del tutto peculiari.

Un inghiottitoio è una cavità, generalmente a forma di imbuto, che si forma a causa del processo di scioglimento delle rocce carbonatiche (come i calcari, le dolomie, i marmi) rese solubili da una reazione tra acido carbonico (anidride carbonica in soluzione acquosa) e il carbonato di calcio di cui le rocce sono composte.
L’erosione può assumere forme diverse: superficiale, come avviene per i campi solcati o nelle doline, o più profonda e sotterranea, come nel caso degli inghiottitoi.
L’ampia voragine, costituita da un doppio pozzo di 43 e 100 metri al cui fondo si apre una caverna a galleria, nella quale si riversano le acque del torrente Silenzio in piena, è costituita da un susseguirsi di pozzi, cascate e laghetti, definiti cavernose Blanc, Lago Laurino, galleria delle marmitte, Galleria Luberns, Sala La Bruna, Sala del camino, Antro degli Opilionidi, Discesa Durante.

Due i sentieri consigliati per arrivare alla Grava di Vesalo: il primo parte dal bivio per Pruno, dopo il primo ponte medievale. Il secondo parte invece dall’altra parte del paese, nei pressi della Cappella della Madonna del Monte. Giunge alla Grava di Vesalo dopo aver attraversato il secondo ponte medievale di Laurino, la Cappella rurale di S. Elena, le sorgenti di Gorgo-Nero, la valle Soprana e costeggiato lo scanno del tesoro.

Difficoltose da raggiungere ma molto interessanti anche la Grotta dei Fraulusi e la Grotta di SElena, nei pressi di Pruno, dove la Santa visse in assoluto eremitaggio e dove morì nel 530. Da allora è sede di un Santuario a Lei dedicato. 

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