Lungo la frontiera tra Campania e Molise, si erge il maestoso Monte Mutria dove si incontrano tre province, Benevento, Caserta e Campobasso, e cinque comuni, Cusano Mutri, Pietraroja, Piedimonte Matese, Guardiaregia e Sepino.
Il Monte Mutria è la terza vetta del massiccio del Matese ed è tra le più affascinanti per la bellezza dei luoghi e dei panorami che offre. Ci troviamo all’interno dell’Oasi di Guardiaregia–Campochiaro e dalla vetta si dominano le valli del Tammaro ad est, del Calore Irpino a sud e del Volturno ad ovest.
La nostra avventura inizia dalla località turistica di Bocca della Selva a 1395 metri di altezza. Si trova un’ampia area di parcheggio e diversi bar e negozi di attrezzature sportive. Proprio da qui inizia la nostra salita verso la vetta seguendo la strada asfaltata con un susseguirsi di tornanti fino ad uno spiazzo dove la strada si trasforma in sentiero. Un percorso semplice, ben tracciato dai segnaletica CAI e e molto breve, circa 3km, si giunge alla cima.
Si inizia prima con il sentiero CAI 19a per poi collegarsi al CAI 100, il percorso è caratterizzato da tratti boschivi alternati a sentieri aperti. In alcuni punti si può godere di un panorama magnifico con vista sul mare.
Purtroppo la nostra ascesa è accompagnata dalla prima nevicata dell’anno e ci ritroviamo nel bel mezzo di una nevicata. Quando il vento tira forte e per un pò si aprono le nuvole si riesce a vedere il mare in lontananza. Ci piace immaginare di riuscire ad intravedere il Mar Tirreno e il Mar Adriatico.
Raggiunta quasi quota 1700 metri dal mare ci lasciamo alle spalle il bosco e ci prepariamo per l’ultima sfida: l’ascesa finale. 120m di dislivello per poi raggiungere la cresta dove senza particolare fatica dopo un altro chilometro si raggiunge la vetta. Questa è segnalata con un mucchio di sassi, manca quindi la croce di vetta a 1823 metri. Nonostante le difficoltà incontrate, come la neve e il vento, la vista dalla cima merita ogni sforzo.
Lasciata la vetta si ripercorre lo stesso percorso ma con una piccola deviazione ad anello per poter raggiungere la vicina e piccola cappella dedicata a Sant’Antonio da Padova.
Arrivati all’incrocio per la salita da Bocca della Selva è possible scegliere di rientrare e percorrere la stessa strada oppure compiere la discesa dalle creste verso il lago Matese. Noi scegliamo la seconda scelta per goderci a pieno tutta la bellezza di tutto il massiccio del monte Mutria. Seguiamo il sentiero verso il settore orientale sulla cresta che si sviluppa da Ovest verso Est per più di 8 chilometri attraversando 7 groppe arrotondate.
Ci affacciamo su uno spettacolare panorama sul Lago Matese (il lago carsico più alto d’Italia) e le cime della Gallinola e Miletto; in direzione Nord si scorge, oltre il Canalone di Cusano e la diga di Guardiaregia con le gole del Quirino, l’intero Molise; a sud si apre il panorama sulle civite di Pietraroja e Cusano Mutri, il Monte Erbano, il Cigno e, più lontano, il Vesuvio e la cima dei Monti Lattari. Racchiuso tra i bracci del Torrente Quirino a nord e quelli del Titerno a Sud, la montagna alimenta ogni anno, con la fusione delle nevi, numerose sorgenti.
Percorrendo tutto il sentiero raggiungiamo la strada asfaltata al piccolo rifugio La Casella. Da qui inizia il rientro verso Bocca della Selva.
Il percorso, classificato come E (Escursionistico) merita di essere percorso ed è davvero uno dei più belli del Matese. Oltre ai panorami che si aprono verso il basso, sono spettacolari le ampie depressioni carsiche (doline), che in primavera si colorano per le numerose fioriture montane. D’inverno domina il bianco accecante della neve abbondate e i boschi che conducono alla cresta diventano vere e proprie gallerie di neve oltre i quali domina l’intenso blu del terso cielo del Matese.
Da dove nasce il nome Mutria
In un bel viaggio c’è sempre un pò di storia: il nome “Mutria“, di etimologia incerta, significa “dall’aspetto corrucciato“, “minaccioso”. Le etimologie del nome del vicino paese, Cusano Mutri, riportano una radice greca antica per “Mutri”: “tempestoso, coperto di neve“; etimologie della lingua dei Sanniti Pentri, riporterebbero Mutri(a) a Mutilie (mutilo, monco, troncato). Oltre il al nome di sannita c’è anche altro. Il monte veniva considerato sacro dai Sanniti: nell’area a nord, tra Guardiaregia e Sepino, sorsero vari santuari, necropoli e siti (Sàipins, in loc. Terravecchia).
Flora e fauna del Matese
La flora e la fauna del Mutria sono molto diversificate, più che sulle altre cime del Matese. E’ circondato da fittissimi boschi. Alle pendici settentrionali, sul sentiero che va da Guardiaregia verso il Monte Mutria, sorgono i “Tre Frati“, faggi secolari di quasi 500 anni. I lecci, aceri e tassi delle pendici cedono il passo a imponenti faggete e queste ai prati delle groppe sommitali.
Le genziane, i gigli di S. Giovanni, l’aquilegia, la belladonna, gli anemoni i nontiscordardime e le numerose specie di orchidee selvatiche arricchiscono e caratterizzano i prati ed i pascoli con incredibili sfumature; non mancano le fragoline di bosco, i mirtilli, i tartufi e porcini.
La ricca idrografia e vegetazione rendono possibile la riproduzione di numerose specie di mammiferi, dal lupo alla volpe, dal tasso al gatto selvatico allo scoiattolo; tra i rapaci è presente l’aquila reale, che nidifica nel Vallone dell’Inferno. Nelle faggete che salgono dal Molise, da Bocca della Selva e dal Pesco Rosito, non è difficile incontrare esemplari di Salamandra Pezzata o della piccola e rara Salamandrina dagli Occhiali.
Consigli di viaggio
Questo viaggio alla scoperta della bellezza del Monte Mutria è un’avventura indimenticabile per tutte le stagioni! Abbiamo vissuto questi panorami vestiti di bianco e ritorneremo per vedere questi splendidi boschi in primavera.