Viaggiare è una passione comune a tutti, che sia per un giorno o più settimane, tutti amano visitare luoghi nuovi e scoprire le tradizioni del posto, in qualsiasi stagione dell’anno. La cosa migliore quando si ha una vita frenetica è quella di staccare la spina anche solo per un giorno, per rigenerarsi e ritornare alla vita quotidiana con una marcia in più.
Se non ci si vuole spostare troppo è meglio scegliere una tappa italiana che sia comoda da raggiungere in treno o con l’autobus, ma anche in automobile se si ha la possibilità.
In questa guida cercheremo di capire cosa visitare in un giorno a Sorrento, magari fermandosi in qualche ristorante tipico ad assaggiare le tradizioni culinarie, passando poi per i luoghi di interesse turistico più importanti e infine, i posti panoramici più amati dai viaggiatori, come i suoi famosissimi borghi.
Dove si trova Sorrento e come arrivare
La splendida città di Sorrento si trova in Campania, poco sud di Napoli e precisamente su sud del golfo di Napoli nell’omonima penisola, Penisola Sorrentina. E’ considerato l’accesso occidentale alla Costiera Amalfitana, infatti sono in tanti i turisti che provenienti da Napoli raggiungo i borghi marittimi di Amalfi e Positano proprio passando per Sorrento.
Arrivare a Sorrento è piuttosto semplice, sia con i propri mezzi che con quelli pubblici. In automobile, se si proviene dalla direzione nord, è sufficiente scendere in E45/autostrada A1 ed uscire al casello di Castellammare di Stabia. Qui si troveranno le indicazioni per Sorrento, che si raggiunge in poco meno di tre quarti d’ora procedendo sulla SS145.
Con i mezzi pubblici è altrettanto semplice: se si proviene da Napoli o da uno dei paesini lungo il golfo di Napoli, è sufficiente prendere la circumvesuviana che ha come capolinea proprio Sorrento. La circumvesuviana da Napoli impiega da un’ora a un’ora e venti a seconda delle fermate che effettua e sono disponibili corse ogni mezz’ora circa.
Se si proviene da Salerno, invece, è necessario utilizzare gli autobus, ad esempio quelli della SITA che transitano per tutta la Costiera Amalfitana, perché la ferrovia non raggiunge questi paesini.
Sorrento: cosa vedere in un giorno
Sorrento è molto piccola, quindi dà la possibilità ai turisti di essere visitata in una giornata intera, senza tralasciare i punti di interesse più attrattivi e caratteristici del luogo.
Il centro storico è visionabile in mezza giornata circa e successivamente si può occupare il pomeriggio nella zona della Costiera Amalfitana, in cui sarà possibile fare bellissime fotografie, oppure optare per uno dei splendidi borghi marittimi vicini, come Marina Grande, o optare per qualche escursione a piedi, in barca o canoa.
Iniziamo il nostro tour per Sorrento.
Piazza Angelina Lauro
Appena si arriva a Sorrento dalla circumvesuviana, la prima piazza che si incontra è Piazza Angelina Lauro. Non ha attrattive turistiche ma è un punto di riferimento importante. Il suo aspetto è stato recentemente ristrutturato e ad accoglierci c’è una grande vasca con dietro un giardino ricco di piante esotiche e locali. Sui due lati lunghi della piazza si aprono i portici sotto ai quali si alternano i numerosi negozi e bar che sono utilizzati principalmente dai sorrentini.
Se si inizia da qui il tour in prima mattinata, proprio in uno dei bar lungo i portici ci si può fermare a fare colazione.
A sinistra di piazza Angelina Lauro si trova la via che conduce fino al centro storico di Sorrento, mentre a destra si trova invece il bel parco dell’agruminato, che visiteremo prima di lasciare la città.
Piazza Torquato Tasso
Procedendo in direzione del centro storico arriviamo in piazza Torquato Tasso, qui inizia il cuore di Sorrento. Questa piazza è relativamente recente, nacque infatti solo nel XIX secolo quando venne abbattuto il castello che prima occupava un lato di questo spazio, conosciuto fino ad allora come Largo del Castello.
Dove oggi è possibile vedere la statua di Sant’Antonino si trovava infatti il castello quattrocentesco di Ferdinando d’Aragona. La statua prima era posizionata sulla porta di accesso orientale alla città, conosciuta come Porta del Piano e quando anche questa venne abbattuta la statua fu spostata nella sua attuale posizione, al fianco dell’albergo Rispoli. Dal 1870 la statua di Sant’Antonino gode della compagnia della statua di Torquato Tasso, a cui la piazza è titolata. Il Tasso è probabilmente il cittadino più illustre di Sorrento: il poeta nacque qui nel 1544 e la sua fama si sviluppò a livello nazionale.
La maggior parte degli attuali edifici presenti su piazza Torquato Tasso hanno uno stile ottocentesco, perché vennero risistemati e le facciate rifatte in quel periodo, contestualmente alla creazione della piazza a metà di quel secolo.
Santuario della Madonna del Carmine
Su piazza Torquato Tasso si trova anche la facciata della Chiesa del Carmine, dalla storia antica. La prima chiesa del Carmine venne infatti costruita qui nel III secolo, mentre quella oggi visibile è frutto di una ricostruzione del cinquecento. La prima costruzione sostituì un tempio pagano e si decise di erigerla proprio qui perché in questo esatto punto vennero giustiziati 13 cristiani in seguito alle leggi imposte dall’imperatore romano Diocleziano che non lasciava libertà di culto.
L’attuale aspetto in stile barocco della chiesa del Carmine è però dovuto alla ricostruzione cinquecentesca e ai frequenti interventi che si susseguirono nei secoli successivi, tra cui quello del 1921 e quello del 1960.
Vallone dei Mulini
Prima di procedere dritto su Corso Italia, verso il cuore del centro storico di Sorrento, prendiamo la via a sinistra di piazza Torquato Tasso e raggiungiamo il Vallone dei Mulini. Questa è una profonda valle che costeggia tutto il centro storico e che deve il suo nome alla presenza di un antico mulino.
Durante l’età romana Sorrento era attraversata da tre grandi valli collegate tra loro e il Vallone dei Mulini era quella principale. Questa profonda vallata si venne a creare circa 35000 anni fa, a causa di un’eruzione verificatasi nei Campi Flegrei che ricoprì l’intera zona di detriti e nei quali le acque sorgive di due ruscelli presero a scorrere scavando progressivamente una lunga gola fino al mare. Durante il XVI secolo la proprietà di questo terreno passò dalla famiglia Tasso a quella dei Correale che fecero costruire un porto proprio allo sbocco della vallata, in corrispondenza dell’attuale Marina Piccola. Presto pensarono di aggiungere a fondo valle anche un mulino che gli permettesse di sfruttare l’acqua dei torrenti per muovere le grandi macine per lavorare il grano. Il mulino fu poi affiancato da una segheria e da un lavatoio pubblico, mentre i fianchi della valle vennero utilizzati come cava per l’estrazione del tufo. Ancora oggi percorrendo il ponte che sormonta il Vallone dei Mulini è possibile vedere i resti di queste strutture.
Quando nel 1866 si decise di costruire piazza Torquato Tasso fu necessario chiudere una parte del vallone e così venne riempita una parte della gola, ricavando anche lo spazio per la costruzione di alcuni locali.
Corso Italia – la via del Centro di Sorrento
Ritornati in piazza Torquato Tasso imbocchiamo Corso Italia, la via principale del centro storico di Sorrento. Da qualche anno il comune ha preso la vincente scelta di trasformare la via in un’isola pedonale nei periodi in cui il turismo è maggiore e così è diventata una tappa davvero imperdibile.
Corso Italia è oggi la via principale della mondanità cittadina e sul suo percorso si trovano le attrazioni più belle e i negozi migliori, che hanno trasformato la strada nella via dello struscio sorrentina.
Ai lati di Corso Italia si aprono numerose viuzze secondarie altrettanto imperdibili e che vale la pena visitare.
Palazzo Correale
Tra queste vie ne imbocchiamo una sulla sinistra che si porta fino a Palazzo Correale, risalente al XIV secolo e appartenuto alla famiglia Correale, una delle più influenti in città.
La sua facciata in tufo su via Santa Maria della Pietà, è scandita dall’apertura di bifore regolari ad arco acuto e da uno stile influenzato dalla moda catalana. Il portale di ingresso è invece il classico portale napoletano ad arco depresso che venne utilizzato dalla fine del trecento fino a tutto il quattrocento.
Durante i secoli negli spazi del Palazzo Correale si alternarono diverse funzioni, come quella di ospizio per le bambine orfane. Al suo fianco si trova anche una bella chiesa in stile barocco.
Sedile Dominova
Tra i monumenti più famosi di tutta Sorrento si trova senza dubbio il prossimo che ci accingiamo a visitare: il Sedile Dominova.
Il Sedile è una tipologia di edificio diffusa soprattutto nel sud Italia, che veniva impiegato per le riunioni del consiglio nobiliare che amministrava la città.
Il Sedile Dominova rappresenta oggi l’ultimo Sedile ancora accessibile in tutta la Campania. Questo fu costruito tra il XIII e il XIV secolo e per ben cinquecento anni ha ospitato al suo interno una parte dell’aristocrazia cittadina. La restante parte si riuniva invece nel Sedile di Porta, oggi praticamente scomparso.
Ancora oggi il Sedile Dominova si presenta come una sede prestigiosa, grazie alle frequenti ristrutturazioni che hanno però mantenuta invariata la struttura iniziale. Su di un lato dell’edificio si può ancora vedere la balaustra in marmo e nella parte più alta due stemmi in tufo risalenti al XIV secolo. I numerosi affreschi che si vedono attraverso le sbarre in ferro battuto e che decorano le pareti e la cupola interna, sono invece di origine settecentesca. I loro colori accessi ben contrastano con il grigio della pietra di tufo sorrentina e con i colori delle riggiole, ovvero le tegole gialle e verdi che ne decorano la cupola esternamente.
All’interno del Sedile Dominova venne ospitato per lungo tempo la Società di Mutuo Soccorso, come ricordato da una targa. Questa istituzione è una sorta di antenato delle assicurazioni sociali per il popolo.
Il Campanile del Duomo di Sorrento
Girandoci nuovamente in direzione di corso Italia non possiamo non notare la torre che svetta davanti a noi. Si tratta del Campanile del Duomo di Sorrento, anche se non si trova esattamente adiacente alla sua struttura principale, ma anzi ne è distante circa 50 metri. Il motivo è presto spiegato: questa torre venne ricostruita tra il XV e il XVI secolo e a quell’epoca non svolgeva unicamente una funzione religiosa, ma ricopriva anche un ruolo di rappresentanza per gli aspetti civili, politici e amministrativi.
Dando uno sguardo al campanile del duomo di Sorrento non si può non notare il suo particolare stile, frutto dell’impiego di diversi materiali provenienti da svariate epoche e riassemblati qui. A completare la facciata di questo campanile è presente anche l’orologio decorato da piastrelle in ceramica. Ognuna delle quattro sezioni verticali a base quadrata è riccamente decorata con archi, nicchie e cornici e l’intera struttura poggia su di un basamento di epoca romana costruito nell’XI secolo.
Duomo di Sorrento – la Cattedrale dei Santi Filippo e Giacomo
Finalmente arriviamo anche al Duomo di Sorrento, la Cattedrale dei Santi Filippo e Giacomo che nella sua semplicità esterna nasconde degli interni riccamente decorati.
Il duomo di Sorrento si trova in questa posizione, all’interno delle vecchie mura della città, già dal X secolo. L’aspetto attuale è però riconducibile a una totale ricostruzione avvenuta nel 1573. Durante i secoli successivi sono stati fatti ulteriori lavori, come quelli settecenteschi che gli hanno conferito lo stile barocco che lo contraddistingue, soprattutto negli interni. La facciata è infine stata completamente rifatta nel 1924 secondo uno stile neogotico, per porre soluzione a una violenta tromba d’aria che danneggiò la struttura intera.
Precedentemente in questa posizione era già presente un tempio greco che venne distrutto per lasciare spazio alla cattedrale dei Santi Filippo e Giacomo. La facciata chiara che oggi si può ammirare è divisa in due da una trabeazione. Al piano terra è presente l’ingresso per via di tre portali di cui, quello maggiore, risale al XVI secolo ed è caratterizzato da due colonne in marmo rosa che vennero recuperate da templi pagani. Sulle colonne poggia un piccolo arco ogivale che si allunga verso la piazzetta antistante. Ognuno dei tre portali di ingresso è sormontato da una lunetta decorata con un piccolo affresco.
La parte superiore della facciata è decorata con tre rosoni ciechi, in cui il centrale sormonta esattamente l’arco d’ingresso. L’intero bordo superiore è infine rifinito con una merlatura composta da piccolissimi archi. Alla destra della facciata si trova infine un secondo piccolo campanile dotato di una campana a vista.
Internamente il duomo di Sorrento si presenta con una pianta a croce latina in cui le tre navate vengono suddivise per mezzo di quattordici pilastri che si congiungono al soffitto piatto decorato da dipinti barocchi che ritraggono alcuni martiri sorrentini. Anche la zona del presbiterio è arricchita da un soffitto con dipinti settecenteschi che raffigurano l’Assunta, San Filippo e San Giacomo. Gli stessi santi sono poi ripresi nella pala d’altare seicentesca che si affianca al coro in legno del secolo scorso. Sopra all’altare si trova invece la cupola della cattedrale dei santi Filippo e Giacomo, affrescata nel 1902. Notevole, davanti all’altare, è il pulpito del XVI secolo costituito da quattro colonne circolari in marmo che si chiudono con capitelli dorici e decorato con un bassorilievo che descrive il battesimo di Gesù. Sul lato opposto si trova invece una cattedra episcopale costruita riutilizzando marmi di epoca romana e cinquecenteschi.
Sul lato destro della chiesa è presente anche una delle cappelle della chiesa, contenente dei bassorilievi che ritraggono gli Apostoli e Dio e qui è posizionata anche la fonte battesimale dove venne battezzato anche Torquato Tasso. Per chi è interessato all’arte sacra una visita accurata al duomo di Sorrento e alle sue diverse cappelle, sarà sicuramente estremamente interessante.
Palazzo Episcopale
Uscendo nuovamente dal Duomo di Sorrento ci ritroviamo nella piazzetta sulla quale si affaccia anche il bel palazzo episcopale che ha inglobato in se anche il grande campanile distaccato. Questo edificio si collega a quello del duomo attraverso il seminario arcivescovile.
Da quale anno il palazzo episcopale è stato aperto ai turisti che desiderano visitarlo e che possono così vedere gli appartamenti riccamente decorati e pieni di opere d’arte conservate al suo interno. Questi spazi hanno svolto la funzione di residenza vescovile fino al 2000.
L’attuale palazzo episcopale è frutto di una costruzione del XVI secolo, edificata tra l’allora cardo maggiore e il primo decumano minore all’interno delle mura cittadine. Anche prima di questa riedificazione il palazzo sorgeva nella medesima posizione, ma dopo essere stato saccheggiato dai turchi nel 1558 si optò per ricostruirlo interamente. Nell’ottocento venne poi ampliato e restaurato, dividendo in due il grande salone in cui si trovavano gli affreschi di tutti gli stemmi vescovili. Negli anni cinquanta del secolo scorso venne infine operata una nuova ristrutturazione che ha portato all’attuale suddivisione degli spazi.
Insieme agli altri palazzi della curia, formava inoltre una seconda protezione degli spazi interni: gli edifici sono infatti disposti a ferro di cavallo e chiusi da un’alta cancellata. Ancora oggi vi si può però accedere anche da sotto al campanile del duomo, oltre che dalla piazzetta formatasi tra il seminario, il palazzo episcopale e la facciata del duomo.
Visitando il museo del palazzo episcopale si noterà la lunga loggia che si affaccia sul duomo e che passa per i diversi saloni interni. Quello principale è il salone di rappresentanza, nonché anticamera della cappella palatina e del salone degli affreschi.
Villa Fiorentino e il suo Parco
Su corso Italia si trova anche la grande Villa Fiorentino, un palazzo costruito negli anni trenta dello scorso secolo dai coniugi Fiorentino Cuomo. Anche se lo scopo primario era quello abitativo, i due ricevevano spesso all’interno della villa i facoltosi clienti che si rivolgevano a loro per la specializzazione in fazzoletti ricamati che li rendeva conosciuti in tutto il mondo.
La villa si trova stretta tra Corso Italia e le antiche mura cittadine, che ancora oggi chiudono una parte del parco e ospitano l’antica abitazione colonica costruitavi a ridosso. La nuova villa Fiorentino invece si trova in mezzo a un ricco giardino floreale che dà su corso Italia e l’agrumeto costruitovi alle spalle. Oggi all’interno di questa bella villa di ispirazione americana si trova Sorrento Fondazione, un’istituzione che promuove eventi all’interno della città e mostre allestite proprio qui.
Piazza Andrea Veniero
Tornati su corso Italia procediamo ancora dritto e passiamo per piazza Andrea Veniero. Questa è un’altra delle piazze principali di Sorrento e nonostante non abbia particolari elementi degni di nota, ne edifici antichi che si affacciano su di essa, gode di grande popolarità per la sua posizione centrale.
Chiesa della Santissima Annunziata
Iniziamo così ad allontanarci dal centro storico e a dirigerci verso una delle altre grandi attrazioni di Sorrento, ovvero Marina Grande. Per farlo però passiamo per il vico Terzo Fuoro, la viuzza sulla quale troviamo la facciata della Chiesa della Santissima Annunziata. Si tratta di una chiesa dall’aspetto basso e imponente, dove il tufo grigio sorrentino mette in mostra la sua porosità e gioca con i colori caldi dell’intonaco chiaro.
Entrandovi la lunga e unica navata mette in mostra lo stile decisamente barocco che la contraddistingue. Le pareti sono ricche di elementi in marmo e stucco che giungono fino al soffitto e sono scandite da coppie di lesene con capitelli riccamente decorati. Quello che più sorprende è però il soffitto composto da un unico grande dipinto su tela che contiene il quadro settecentesco raffigurante la Madonna Assisa in gloria col Bambino che consegna la Sacra Cintura a Sant’Agostino e ad altri Santi Agostiniani (opera di Filippo Andreoli).
Il presbiterio, caratterizzato da colori scuri, è accompagnato da altri sei piccoli altari posti lungo la navata. Sopra all’altare maggiore spicca la statua in legno della Madonna della Consolazione, creata nel settecento. Sul lato destro del presbiterio è invece collocato un affresco al centro del quale si trova un crocefisso trecentesco, portato qui in un secondo momento.
Via Sopra le Mura
Da qui imbocchiamo via Sopra le Mura, una delle strade più antiche di Sorrento giunta quasi invariata fino a noi. Questa via ricalcava il tracciato del camminamento posto sulla cinta muraria della città. Questa via scende fino alla Porta di Marina Grande, dove è stato riportato alla luce un breve tratto, di circa tre metri di altezza per tre metri di larghezza, delle antiche mura greche.
Le mura servirono la città durante tutto il medioevo, respingendo i nemici e sopravvivendo ad alcuni assedi. Nel 1551 vennero ristrutturate a causa delle devastanti lotte tre aragonesi e angioini, ma non furono pronte in tempo per scongiurare l’invasione dei turchi del 1558. Queste mura vennero completate nel 1561 e seguivano per lo più il tracciato delle mura greco romane, racchiudendo l’intero centro storico e aprendosi solo in alcune porte cittadine. Al di sotto di Via Sopra le Mura si trova un tratto ancora visibile di circa cento metri di questa cinta e di due piccoli bastioni, direttamente a strapiombo sul vallone occidentale e su Marina Grande.
Marina Grande
Attraverso via Sopra le Mura e passando per l’antica porta romana, arriviamo a uno splendido affaccio su Marina Grande, il quartiere di Sorrento il cui fascino di piccolo borgo di pescatori è rimasto praticamente intatto. La porta della Marina Grande è stata fino al XV secolo l’unico accesso via mare alla città e pare che nel 1558 i turchi entrarono proprio da qui, aperti da uno schiavo della famiglia Correale, e riuscirono a saccheggiare la città.
Ancora oggi molte delle famiglie che vivono a Marina Grande hanno come fonte di sostentamento primaria proprio la pesca, anche se negli ultimi anni si sono aperti anche al turismo che impara a conoscere quest’angolo della città.
Marina Grande è una striscia di costa sulla quale gli edifici sono costruiti a pochissima distanza dall’acqua del mare e dove si trovano dei piccoli moli che portano fino alle barche qui ormeggiate. Da Marina Grande si possono vedere diverse attrazioni non solo di Sorrento, ma di tutto il Golfo di Napoli. Nelle giornate più terse, oltre il costone in tufo tipico della penisola sorrentina, si riesce a vedere anche il Vesuvio.
Proprio l’atmosfera magica che avvolge questo piccolo borgo, visitabile in una passeggiata di pochi minuti, ha richiamato qui l’interesse del cinema: tra i vari film quello più famoso è senza dubbio Pane, Amore, e… in cui hanno recitato Sofia Loren, Vittorio de Sica e Dino Risi. Al fianco della chiesetta di Sant’Anna si trova la casa da cui si affacciò Sofia Loren nella pellicola.
I turisti che giungono fino a Marina Grande di Sorrento possono godere di uno dei ristorantini che dà direttamente sul mare o, ancora, delle spiagge migliori di tutta Sorrento in cui fermarsi per un bagno rinfrescante durante l’estate.
Chiesa di Sant’Anna
A Marina Grande si trova un’unica chiesa, anche questa direttamente affacciata sul mare. Si tratta della chiesa di Sant’Anna, la quale fu costruita nel XVII secolo su volontà dei pescatori del borgo che ne finanziarono il progetto. Inizialmente dedicata alle anime del purgatorio venne poi titolata a Sant’Anna.
L’aspetto attuale della chiesa è dovuto ad alcuni lavori ottocenteschi che gli conferirono uno stile neoclassico, come ben evidente dalla facciata stretta e alta dietro la quale si innalza il campanile. Il fronte è decorato da sei lesene che suddividono tre monofore: una centrale di forma rettangolare e due laterali. Al pian terreno un piccolo portico sorretto da due colonne racchiude il portone.
Internamente la chiesa di Sant’Anna si presenta con un’unica navata chiusa da una volta a botte e la santa viene celebrata con una statua dentro a una nicchia sopra l’altare. Sui lati della navata sono presenti altre due nicchie con altrettante statue raffiguranti San Giovanni Battista e Cristo.
Piazza della Vittoria
Lasciata Marina Grande torniamo nel centro storico di Sorrento e raggiungiamo piazza della Vittoria, uno spiazzo dalle vaste dimensioni in cui la parte centrale è dominata da un bel giardino e dal monumento ai caduti della prima guerra mondiale eretto nel 1926, a cui si accede per via di una scalinata.
Anticamente su piazza della Vittoria si trovava un tempio dedicato alla Dea Venere, di cui non rimane traccia. In compenso si può rimanere estasiati avvicinandosi alla balaustra che dà sul Golfo di Napoli e da cui si gode di un panorama suggestivo sul Vesuvio e sulle “spiagge” di Marina Grande.
Chiesa e Chiostro di San Francesco
La chiesa di San Francesco, così come la villa comunale di Sorrento, si affaccia su piazza Francesco Saverio Gargiulo, adiacente alla piazza della Vittoria.
La chiesa di San Francesco, le cui origini sono piuttosto antiche, venne edificata nel trecento sulle ceneri di un oratorio fondato da Sant’Antonino e nei secoli continuò ad ampliarsi e rinnovarsi, anche grazie a una concessione del re Ferdinando I che concesse all’ordine francescano di servirsi delle cisterne di acqua reali e che li finanziò con un sostenimento mensile di sei ducati. Al fianco della chiesa sorgeva anche il convento dei frati, ed entrambi furono gravemente danneggiati dal terremoto del 1688, che portò al crollo di varie parti della struttura. Nel settecento si procedette alla ricostruzione di quasi tutte le parti danneggiate e ciò ha dato vita a un insieme di stili differenti che convivono nella stessa chiesa.
Entrando nella sua unica navata si possono infatti vedere alcune decorazioni in stile gotico trecentesco che si fondono, ad esempio, con i marmi dello stile barocco.
Dopo aver visitato la chiesa di San Francesco si può uscire ed entrare nella piccola porta successiva che conduce al trecentesco chiostro di San Francesco, dove un quadriportico suggestivo, dotato di archi ogivali sorretti da pilastri ottagonali, gira intorno a una piazzetta interna arricchita da qualche albero e vaso di fiori. Guardando con un po’ d’attenzione le colonne che sorreggono gli archi dei portici si noterà che queste sono tutte differenti tra loro, sia per altezza che per tipologia di decorazione. Il motivo è che si tratta di materiali di recupero, prelevati da antichi templi pagani e riutilizzati qui.
Dall’interno del chiostro di San Francesco di Sorrento, girandoci verso la chiesa, possiamo vedere il profilo del campanile che si staglia verso il cielo.
Parco della Villa Comunale
Subito dopo al chiostro di San Francesco si trova l’accesso al parco della Villa Comunale, un piccolo giardino costruito davanti all’edificio eretto tra il 1877 e il 1879. Questo giardino è ricco di fiori e aree verdi e ospita anche un ascensore tramite il quale si scende fino a Marina Piccola e al porticciolo di Sorrento. Alternativamente è possibile prendere la strada scavata nella roccia, a strapiombo sul porticciolo, e sullo stabilimento balneare.
Anticamente questo spazio era utilizzato dai frati francescani che vi avevano creato un grande orto che li aiutasse nel loro sostentamento.
Dal parco della Villa Comunale si può godere ancora una volta di un ottimo belvedere sul golfo di Napoli e sul Vesuvio. Qui, al fianco dell’hotel Tramontano, si trova anche la vecchia casa in cui nacque il poeta Torquato Tasso.
Palazzo Marziale
Sempre su piazza Francesco Saverio Gargiulo si affaccia anche l’antico palazzo Marziale, un edificio del XV secolo voluto da Giovanni Marziale, la cui famiglia faceva parte della nobiltà che si riuniva nel Sedil Dominova.
Giovanni Marziale stesse ricoprì ruoli di grande responsabilità della monarchia, da Consigliere Segretario di re Ferdinando, a reggente Supremo Consiglio del Collaterale, nominato direttamente dall’imperatore Carlo V.
Oggi palazzo Marziale è stato trasformato in un hotel di lusso, ma al suo piano terra si può ancora godere dei bei mobili d’antiquariato che vengono sapientemente abbinati a pezzi di design contemporaneo.
Basilica di Sant’Antonino
Tra le cose da vedere in un giorno a Sorrento non può mancare anche la Basilica di Sant’Antonino, la cui strana forma può inizialmente destabilizzare.
Le origini della basilica di Sant’Antonino risalgono addirittura all’XI secolo, quando venne eretta sui resti di un oratorio del IX secolo dedicato allo stesso santo, patrono della città di Sorrento. Si decise di costruire qui la nuova chiesa perché la si voleva mantenere nel luogo ove riposavano le spoglie di Sant’Antonino, ancora oggi custodite al suo interno. Anche in questo caso, per la costruzione dell’edificio, vennero impiegati marmi provenienti da ville romane e templi pagani, uniti alla pietra di tufo che caratterizza molti edifici cittadini.
Quando nel 1608 la gestione della chiesa passò ai padri Teatini venne operata una profonda ristrutturazione dando alla chiesa un’importante impronta barocca. Quelli però non furono gli ultimi lavori che interessarono la chiesa, ma anzi nei secoli successivi venne rivista più volte, tra cui anche nel 1980 a seguito dei danni riportati per via del terremoto dell’Irpinia e altri piccoli restauri dopo al 2010.
Esternamente la basilica di Sant’Antonino si presenta dalle forme geometriche che la dividono in due parti orizzontalmente e in tre parti verticalmente con un grosso arco al centro che contiene l’ingresso alla chiesa e che richiama il grande arco collegato alla sinistra della chiesa e che immette in una strada pedonale. Al piano superiore tre grandi finestroni vengono impiegati per dare luce naturale alla chiesa. Integrata nel lato sinistro della facciata si trova anche la torre campanaria, che aggiunge un livello all’altezza della basilica. Prima di arrivare all’ingresso, sotto al portico, si trova un’urna con le spoglie del rettore della chiesa e il grande osso di una balena che, secondo la leggenda, aveva ingoiato un bambino salvato poi dall’intervento del Santo.
Gli interni della Basilica di Sant’Antonino sono organizzati a croce latina e divisi su tre navate separate da sei archi che poggiano su colonne in granito. La maggior parte dei dipinti e delle decorazioni della chiesa ricordano episodi della vita di Sant’Antonino o sue buone azioni. Il soffitto è invece decorato con rosoni d’oro su di uno sfondo azzurro che fanno da cornice a tre tele settecentesche. Sulle navate laterali si trovano due cappelle per lato dotate di altari in marmo. L’abside che ospita l’altare maggiore è circondato da un coro ligneo e da dipinti seicenteschi appesi alle pareti. Inoltre qui si trovano due reliquiari con resti di San Baccolo e di San Placido.
Dentro alla basilica di Sant’Antonino si trova anche la statua in argento del Santo, creata da un orafo napoletano nel 1564 e che sostituì la precedente statua di fine quattrocento, fusa per ricavarne armi durante l’invasione dei saraceni. Questa statua è al centro della leggenda, si dice infatti che i sorrentini volessero crearne una nuova ma non avessero fondi a sufficienza, finché il santo non apparve direttamente all’orafo incaricato di creare la statua e, oltre a portargli le monete per terminare l’opera, si lasciò guardare a lungo al fine di creare la statua quanto più somigliante possibile alle sue forme. Per questo motivo alla statua venne fatto aggiungere un sacchettino con le monete tra le mani, per ricordare l’evento miracoloso.
Alla fine delle due navate laterali si trova una scalinata che conduce alla cripta della Basilica di Sant’Antonino, dove sono custodite le spoglie del santo, in mezzo a decorazioni seicentesche e settecentesche. Queste sono accompagnate da una lampada ad olio in argento perennemente accesa e accarezzata dai fedeli in segno di devozione. Questo fatto ricorda un episodio della vita del santo che, dopo essersi rotto una gamba, sognò la Madonna che gli suggeriva di prendere dell’olio da una lampada e spalmarselo e il mattino successivo Antonino si risvegliò guarito.
Piazza Sant’Antonino
La basilica di Sant’Antonino si affaccia su di una grande piazza di Sorrento, aperta al traffico. Si tratta appunto di piazza Sant’Antonino. Al centro è stato ricavato un grande spazio verde con alte palme e piante esotiche e la statua di Sant’Antonino Abbate al centro.
Opposta alla chiesa si trova la lunga facciata del Conservatorio di Santa Maria delle Grazie, che ha sede in un palazzo storico che ogni giorno ospita musicisti e studenti. Lungo il rimanente perimetro di piazza Sant’Antonino si trovano bar e ristorantini pronti ad accogliere cittadini e turisti, alle porte delle aree pedonali di Sorrento.
Via San Cesareo e i suoi negozi – l’Antico Decumano
Per terminare il tour percorriamo una delle strade parallele a Corso Italia, che parte proprio dal Sedile Dominova: via San Cesareo.
Via San Cesareo è famosa per lo più per le numerose botteghe e bancarelle che vendono prodotti tipici sorrentini, per la stragrande maggioranza a base di limone, il simbolo della città! E allora grande spazio viene dato a saponette a base di limone, limoncello, limoncino, caramelle al limone, strofinacci con disegnati limoni e tanto altro. Oltre a ciò si trovano statuette di pastori dipinte a mano, abbigliamento e pelletteria, carillon creati con l’intarsio sorrentino, candele profumate e svariati altri oggetti. Nonostante la via non sia strettissima i negozianti tendono ad esporre le loro merci davanti alle vetrine, restringendo il passaggio e creando un vero e proprio affollamento di turisti alla ricerca di qualche souvenir.
Via San Cesareo era l’antico decumano della città e rappresentava quindi la strada principale di Sorrento. Su questa strada si trovavano infatti i palazzi delle principali famiglie cittadine e solo nell’ottocento via San Cesareo ha lasciato spazio a corso Italia, inizialmente conosciuta come via nuova. Proprio la sua importanza storica permette ancora oggi, in una passeggiata per questo vicolo, di ammirare gli splendidi portali dei palazzi storici che spesso nascondono, dietro di loro, dei suggestivi cortili.
L’Agruminato di Sorrento
Abbiamo lasciato il centro storico della città, ma tra le cose da vedere a Sorrento in un giorno ci manca ancora una tappa: l’agruminato. Questo particolare parco è raggiungibile in pochi passi da piazza Angelina Lauro.
L’agruminato di Sorrento, anche noto con il nome di Giardini di Cataldo, è un parco cittadino che rispecchia i canoni dei tipici giardini di questa penisola, ricchi di agrumi e piante da frutto. Anticamente nacquero come Fondo Petrulo e si estendevano su di una superficie di ben sessanta mila metri quadri, ridotti poi agli attuali undici mila. Oggi l’agruminato appartiene al comune che lo apre e lo chiude come un normale parco pubblico, ma entrandoci non si può che rimanere a bocca aperta: davanti a noi e tutto intorno ci sono infinite piante di limone che producono i loro frutti i quali, ovviamente, non possono essere liberamente raccolti.
Il comune ha dato in gestione questo agruminato all’azienda agricola i giardini di Cataldo, che ne coglie i frutti e li lavora per produrre bevande dissetanti e liquori che possono essere acquistati nel piccolo bar all’interno dei giardini.
A segnalare l’accesso all’agruminato, possibile per via di una breve scalinata, si trovano due grandi dipinti su maioliche ospitati in grandi nicchie, che ripropongono scene bucoliche tipiche di queste terre, dove inevitabilmente si ritrovano le piante di limone e il Vesuvio sullo sfondo.
Organizzando una gita fuori porta nella piccola città di Sorrento si avrà la certezza di essersi recati in un luogo ricco di storia e cultura, immersa nella natura e capace di regalare mille emozioni e sensazioni positive, grazie anche alla gente del posto che riesce a farti sentire subito a casa. Anche il cibo è qualcosa di sublime che farà innamorare ogni palato, anche quelli dai gusti più difficili. Anche nell’ambito culinario, infatti, si potranno vivere i profumi e i sapori di una città portuale ricca di storia e tradizione.
Non resta che augurarvi una splendida passeggiata a Sorrento.
Tratto da https://www.lorenzotaccioli.it/sorrento-in-un-giorno-cosa-vedere/ e Wikipedia
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